I nuovi standard dei McDonald's francesi... Voi non potete entrare... Anzi no... Venite come siete

Oggi voglio parlarvi di una campagna di comunicazione d'oltralpe e dell'utilizzo di messaggi contraddittori in una campagna di comunicazione.

Il soggetto in questione è la catena francese di McDonald's

La campagna abilmente orchestrata, come ho scoperto successivamente, è partita con il lancio sul web di alcuni video dove un "responsabile" della multinazionale impediva l'ingresso ai ristoranti francesi di McDonald's spiegando che si trattava della nuova politica aziendale della società, in cui non erano permessi determinati abbigliamenti, comportamenti o gusti musicali.

Credo che i video siano più esplicativi delle parole e quindi vi lascio alla loro visione












Bene ora si potrebbe interpretare questo tipo di campagna come una svolta radicale per un fast food, una nuova politica commerciale di McDonald's intenzionata a rendere maggiormente selezionata la sua clientela

In effetti, da questo punto di vista, si tratterebbe di una svolta epocale per il mondo del fast food,
  • generalmente rivolto alle grandi masse,
  • essendo a suo modo una Commodity,
un cambiamento di strategia a dir poco folle o forse geniale...

Cambiare il tipo di clientela (target di riferimento), passando da prodotto di massa a prodotto di nicchia, cercando quasi di elevarsi ad un rango superiore rispetto ai concorrenti

Dai video comunque traspare un certo disagio dei clienti che si trovano nella situazione di non poter più usufruire di un servizio che precedentemente era aperto a tutti.

A mio parere in questo modo si instilla nei consumatori un terribile dubbio...
Se non vado bene neanche per McDonald ci deve essere un problema in me...

Ma tutte queste riflessioni sono durate poco, anche mentre le formulavo qualcosa non mi tornava...

Ed ecco la risposta, i video non erano altro che la campagna preparatoria per la nuova comunicazione della McDonald's francese realizzata dalla Duke Interactive che va tutta in un altra direzione...

Si punta l'attenzione sui clienti, liberi di venire così come sono o come si direbbe in Francia

"Venez comme vous êtes"













I creatori di questa campagna hanno lanciato un chiaro messaggio alle persone:
  • McDonald's è ancora uno dei pochi posti in cui potete venire come siete,
  • Se volete essere voi stessi ed essere accettati venite da noi.
e lo ha fatto a mio parere intelligentemente preparando il terreno con un messaggio che andava nella direzione opposta, creando Curiosità e Passaparola.

Queste sono le mie riflessioni
Siete d'accordo?
Siete in disaccordo?

Cosa ne pensate?

I vostri commenti, suggerimenti e riflessioni sono attesi e graditi.


PS
Se questa campagna vi ha invogliato ad andare da McDonald's o comunque già lo fate...
come per tutte le cose “fatelo responsabilmente” senza esagerare altrimenti le conseguenze potrebbero essere drammatiche come ha testimoniato genialmente il film Super Size Me

Vi lascio al trailer


Wassup... La Storia Continua 8 Anni Dopo

Oggi voglio parlarvi di una campagna virale di comunicazione che sfrutta (in parte riciclando) il successo di una precedente e famosissima campagna pubblicitaria.

Prima di descrivere questa campagna devo fare una premessa,
in questo blog non si parla di politica
a meno che non si faccia riferimento agli aspetti comunicativi o pubblicitari e limitatamente a questi ambiti.

Fatte le dovute premesse possiamo iniziare...

Chi di voi non si ricorda il tormentone della birra Budweiser Wassuuuuuuuuup?

Bene per chi lo avesse gia' dimenticato o se lo fosse perso vi ripropongo il primo video della famosa serie.



La campagna pubblicitaria e il relativo tormentone ebbero un tale successo da essere ripresi anche in un film parodia come Scary Movies.

Come sempre per i piu' distratti e per chi non se lo ricorda vi ripropongo il video.



Bene... Ora sicuramente vi starete chiedendo chi abbia utilizzato e in che modo l'idea della Budweiser...

Adesso ci arrivo.

Credo che tutti sappiate che in questo periodo in America il principale argomento d'attualita', escludendo la crisi economica, e' l'elezione del nuovo presidente americano e il relativo scontro tra Barack Obama e John McCain, che culminera' il prossimo 4 novembre, giorno dell'election day.

Questa campagna elettorale e' sicuramente quella nella quale si sono spesi piu' soldi come riportato anche dal Corriere della Sera e da IlSole24Ore.

Sicuramente molti di questi soldi sono stati spesi sopratutto in campagne di comunicazione, ed e' proprio di una di queste campagne a favore di uno dei contendenti (Barack Obama) di cui voglio parlarvi.

Ora che avete fresco lo spot della Budweiser, non pensate piu' alla birra (che con questa campagna non ha nulla a che vedere) e immaginate che siano passati 8 anni, c'e' meno allegria, infatti, tra i personaggi dello spot c'e' chi:
  • ha perso la propria casa
  • cerca lavoro;
  • combatte in Iraq;
  • non puo' permettersi le cure mediche;
  • vede i propri investimenti in borsa crollare;
  • e' rimasto vittima di un uragano;
insomma, la situazione non e' delle piu' rosee...
ma c'e' la speranza nel cambiamento (Change) promesso da Obama nel caso fosse eletto.

Vi lascio alla visione del video



Oltre che su YouTube potete trovare i video anche sul sito wassup08.com creato appositamente per propagare il messaggio.

Io trovo che questa geniale campagna di comunicazione raggiunga efficacemente i suoi obiettivi comunicativi.

Riprendendo quello che era un messaggio divertente e virale entrato nell'immaginario collettivo lo ha trasformato creando un nuovo messaggio virale che ha lo scopo di far riflettere e fare propaganda politica puntando sulle emozioni delle persone.

L'intelligente trovata di questo spot e' che le persone ormai consideravano come reali e "di casa" i personaggi di questa campagna pubblicitaria; si potevano immedesimare in loro e nelle loro vicende, come bersi una birra davanti alla televisione, o telefonare agli amici. Potevano insomma trasporre le situazioni dello spot nella loro realta' quotidiana.

Giocando su questo fattore i creatori di questa nuova campagna di comunicazione cercano di far passare il messaggio (e a mio modesto parere ci sono riusciti) che tutti sono stati toccati dai risultati negativi della precedente amministrazione, che c'e' una crisi in atto ma c'e' ancora la speranza di tornare ad una situazione migliore e perche' cio' accada e' necessario votare per Obama, visto che il suo predecessore non ha migliorato le condizioni di vita dei cittadini americani, anzi tutto il contrario.

Forse questa campagna di comunicazione influenzera' le decisioni di voto dei cittadini americani o forse no, resta il fatto che rimane una gran bella campagna pubblicitaria.

Queste sono le mie riflessioni siete d'accordo?
Siete in disaccordo?
Cosa ne pensate?

I vostri commenti, suggerimenti e riflessioni come sempre sono attesi e graditi.

PS
Siccome trovo che la campagna pubblicitaria della Budweiser sia stata geniale e abbia avuto una diffusione capillare vi lascio i link degli altri video della campagna sia per rinfrescarvi la memoria sia per farvi fare due risate.


Alien Wassup

Wasabi Wassup

Pizza Guy Wassup

Girlfriend Wassup

Courtside Wassup

Parrots Wassup

Grandma Wassup

Telemarketer Wassup

Girl Invasion Whassup

Babes Wassup

La Pubblicita' on line cresce... ma forse gli utenti non la vogliono... cosi' generica

Oggi voglio fare delle riflessioni sugli investimenti pubblicitari sul web che crescono e l'effetto / percezione delle pubblicita' on line sui consumatori.

Questa riflessione e' nata leggendo alcune indagini ma, soprattutto, da una campagna pubblicitaria.

In ottobre esce l'indagine dell'EIAA European Interactive Advertising Association
intitolata Marketers’ Internet Ad Barometer 2008

L'indagine riporta che aumentano gli investimenti pubblicitari sul Web mentre diminuiscono quelli su Stampa e TV, infatti:
  • L’81% degli intervistati sostiene infatti che nel 2008 la spesa destinata all’online sia notevolmente cresciuta e prevede un uguale trend anche nei due anni successivi (+16% nel 2009 e +17% nel 2010).
  • L’82% degli inserzionisti che dichiarano di aver aumentato gli investimenti su Internet sostiene di aver tratto risorse direttamente dai budget dedicati alla carta stampata (40% ) alla TV (39% ) e soprattutto Direct Marketing (32%).
  • Il 73% degli interessati dichiara un incremento di utilizzo dell’on-line come un mezzo pubblicitario; il 31% dichiara in diminuzione il proprio utilizzo del medium televisivo, cosi' come il 40% afferma lo stesso per quanto riguarda l’uso dei quotidiani.
Altri dati che fornisce la ricerca sono che :
  • Piu' di tre quarti (77%) degli interpellati afferma che la pubblicita' online abbia avuto un impatto positivo sulla percezione e la conoscenza (68%) dei loro brand . Sembra inoltre che i risultati siano traducibili direttamente nell’intenzione di piu' della meta' di loro (55%) di aumentare il budget pubblicitario nel corso dei prossimi due anni. Inoltre, il 40% degli inserzionisti vede Internet come mezzo decisivo per influenzare le decisioni di acquisto (dal 30% nel 2006) generare vendite (46% vs 31%) e per aumentare la fedelta' dei clienti (23%).
Sempre in Ottobre e' uscita anche l'indagine intitolata
IAB Internet Advertising Revenue Report
il rapporto di Interactive Advertising Bureau e PricewaterhouseCoopers.

Nel quale tra gli altri dati si scopre che le entrate pubblicitarie riguardanti la prima meta' del 2008 sono aumentate del 15.2% rispetto allo stesso periodo del 2007, passando da $9,993 a $11,510 miliardi

Ma gia' nel 2007 in un report della IBM dal titolo:
The end of advertising as we know it

si sosteneva che nel prossimo quinquennio il mondo pubblicitario avrebbe subito enormi cambiamenti e che i budget pubblicitari si stavano spostando rapidamente verso nuovi formati interattivi a scapito dei media tradizionali.

Da questi dati nasce la prima riflessione, probabilmente si e' capito che i nuovi media, (internet in testa anche grazie ai minor costi) sono la nuova frontiera della pubblicita'. Gli addetti ai lavori gia' da tempo si sfregano le mani ... ma i consumatori cosa c'entrano?

Adesso ci arrivo

Per introdurre la campagna pubblicitaria e l'altra riflessione parto da un articolo del Corriere della Sera di inizio luglio dal titolo:

La rivoluzione della pubblicita'
L'epicentro: nuove tecnologie digitali e consumatori della seconda generazione


Cito un estratto:

La pubblicita' tradizionale, martellante e a colpi di spot, si sta dimostrando sempre meno efficace. E' vero, c'e' la crisi economica che svuota i salvadanai delle famiglie. Ma non e' solo questo. Il pubblico, aiutato dalla tecnologia digitale, sviluppa anticorpi che gli consentono di ridurre la sua esposizione al bombardamento. Con il sistema Tivo, per esempio, gli spettatori americani possono impostare la registrazione dei programmi saltando preventivamente gli spot. E da noi? Un Tivo vero e proprio in Italia non esiste, ma gli abbonati alla televisione via Internet di Fastweb, per esempio, sono in grado di ottenere un risultato simile pigiando il tasto «avanti veloce» dopo aver registrato il programma; ed evitare in questo modo la pubblicita'...

Ma c'e' stata una frase che mi ha colpito particolarmente nell'articolo:
c'e' un consumatore che non vuole piu' farsi consumare.

Oggi come detto piu' volte i consumatori hanno un ruolo nuovo, non piu' passivo ma attivo... ed e' su questo nuovo aspetto che forse bisognerebbe prendere maggiormente in considerazione. Il consumatore non e' piu' un soggetto passivo che subisce la pubblicita'.
Non si puo' piu' bombardare a tappeto e indiscriminatamente il consumatore.

Viste le premesse posso introdurre la campagna pubblicitaria della Doritos, ditta che produce tortillas di mais. (Ovviamente se questa "breve" spiegazione o il sito del produttore non appaga la vostra curiosita', c'e' sempre Wikipedia che ci viene in aiuto con una pagina dedicata ad hoc).

La campagna si basa su un video, prodotto dalla svedese la Papercut che si potrebbe intitolare
fine della pubblicita' on-line
oppure
la rivincita dei consumatori
o meglio ancora
un sito con il mio contenuto

Nel video si spiega che la Doritos ha chiesto (a qualcuno di non ben definito) di creare una campagna pubblicitaria on line, qualcosa che rendesse Doritos parte di internet.

La soluzione di questi fantomatici signori e' stata quella di creare qualcosa di utile che rendesse internet migliore sbarazzandosi di qualcosa che nessuno ama....

cosa sara' mai?....
Non viene detto ma...

il video prosegue affermando che circa il 30% (in qualche caso anche di piu' a mio parere) dello schermo e' riempito di publicita'

visto il dato... questi fantomatici signori si chiedono...

Cosa succederebbe se lo spazio potesse essere riempito con materiale che ti piace?

La risposta la fornisce la Doritos che lo rende possibile.

Visitando il sito www.onlythegoodstuff.com (anche se nel video appare nella barra degli indirizzi appare un altro sito www.wedontlikebanners.com)

si vede che si puo' installare il plug-in per il proprio browser web.

Il plug-in identifica dove sono piazzati i banners e li sostituisce con cio' che piace all'utente
che puo' scegliere se reperire i contenuti su internet o direttamente dal suo pc.

Risultato finale la pagina apparira' con i contenuti scelti dall'utente
Ridando alle persone potere sui loro schermi

Quindi rendendo internet come un sacchetto di Doritos
Riempito solo con le cose che ti piacciono.

Ora ve lo lascio gustare




Non sono riuscito a trovare n'e' l'indirizzo a cui si fa riferimento nel video

www.onlythegoodstuff.com (che rimanda a questo sito http://www.registar.com/ nel quale si afferma che il domino e' registrato presso di loro)

n'e' il secondo sito www.wedontlikebanners.com che sembra non esista piu'

Facendo whois ho scoperto che il dominio e' stato registrato nel 2004 da una societa' di Phoenix e che scadra' nel 2014

Alla fine ho scoperto che si il video e' stato realizzato dall' art director Thomas Jonsson e dal writer Cark Fredrik Jannerfeldt della Berghs School of Communication, di Stoccolma e che ha vinto anche diversi premi (come si po' vedere a sinistra del sito Papercut)

Forse.... questo applicativo non esiste (ancora), ma il video attira l'attenzione, si fa ricordare e sopratutto trasmette un messaggio forte...

in un sacchetto di Doritos c'e' quello che ti piace

Da qui un alta riflessione, cosa accadrebbe se un applicativo simile esistesse sul serio?
Forse:
  • sarebbe la fine della pubblicita' on-line?
  • sarebbe boicottato?
  • si troverebbero nuove forme per fare pubblicita' sul web?
  • i consumatori lo adotterebbero in massa?
Non ho queste risposte, ma incuriosito da questo ipotetico applicativo mi sono imbattuto in un software (da cui forse e dico forse hanno tratto spunto i realizzatori della campagna Doritos)


Si chiama Add-Art ed e' un progetto open source

Si tratta di un add-on gratuito per FireFox di che sostituisce le pubblicita' dei siti internet con immagini di opere d'arte che cambiano ogni 2 settimane.

Sara' l'inizio della fine?

Io non credo (almeno non per adesso), ma queste sono le mie riflessioni.

Come sempre aspetto i vostri suggerimenti, riflessioni e commenti

Peto, scorreggia, flatulenza, scureggia ... Quando la pubblicità ha un odore

Oggi prendo spunto da un commento sul mio ultimo post, dove un anonimo si poneva, tra le altre, le seguenti domande:
"Quante insulse pubblicita' e quante scorregge dovremo ancora sorbirci?"

Ovviamente non ho potuto fornire una risposta né per la prima né per la seconda domanda, ma mi e' sorta la curiosita' di andare a vedere quante pubblicita' che contenessero scoregge ci fossimo già sorbiti (in Italia e altrove).

Dato che come ho già scritto in un precedente post i pubblicitari molto spesso per colpire i consumatori cercano di scioccarli, spiazzarli o divertirli (a volte a discapito del prodotto che non viene ricordato, anzi...) utilizzando i piu' diversi stratagemmi,

vedi ad esempio la pubblicita' delle Skittles

si saranno chiesti, un po' di tempo fa, perche' aspettare ancora infrangiamo anche il tabu' sociale del peto? Ma in quanti lo hanno fatto? Per quali prodotti?

La mia ricerca non poteva iniziare senza andare a leggermi la relativa pagina di Wikipedia dedicata all'argomento in questione, dove si possono trovare interessanti spunti

tra cui merita di essere citata

In molte culture, la flatulenza e' vista come imbarazzante e scortese; cio' e' anche dovuto al fatto che si tratta di un argomento tabu', e quindi un soggetto naturale per il cosiddetto toilet humour. E' il motivo per cui, in molti ambiti, ci si sforza di trattenere un peto in pubblico, assumendo posizioni tali da occultarne eventualmente il rumore e l'odore.” (… ma va?)

e ancora

"Un fenomeno naturale - escatologicamente pertinente - come la flatulenza non poteva passare inosservato neppure per la creativita' dei pubblicitari televisivi che, in tempo diversi, hanno fatto ricorso - in chiave evidentemente comica - ad una sua rappresentazione grafica (e sonora) per reclamizzare i prodotti più disparati, come patatine fritte, caramelle al mentolo e griffe di moda.

Qualcuno mi puo' aiutare a trovare questo spot sulle patatine fritte?

Quindi una volta chiarito il concetto ho iniziato la mia ricerca su YouTube con risultati che neanche io mi aspettavo.

Credo che tutti conoscano lo spot della D&G dove il fidanzato per sollevare dall'imbarazzo la sua ragazza, che dopo una cena messicana emette una “timida” scoreggia, si unisce a lei nell'emissione di gas....

Sembra che chi si ami veramente faccia anche queste cose



Nel caso appena citato si pubblicizzavano orologi, ma anche il cibo puo' utilizzare la scorreggia per “parlare” ho trovato infatti questo spot di un ristorante (ovviamente messicano) in cui si afferma che “il nostro cibo parla da se

Guardate e ascoltate, poi giudicate voi



Ma anche nella pubblicità del latte si puo' trovare la possibilita' di inserire una scorreggia, fosse anche preistorica, come dimostra questo video



Tornando in Italia credo che non necessitino di presentazioni gli ormai famosi gli spot della Vigorsol

lo scoiattolo pompiere



e i pinguini salva ghiaccio



Il famoso scoiattolo ha addirittura un proprio sito internet dove si possono seguire le sue avventure e i suoi peti tra video e giochini flash.

Ora, forse si tratta di un problema mio , ma nella mia mente si e' creata una strana associazione tra Vigorsol e scorregge per cui
  • ho il terrore di mangiare una di queste cingomme che sembra provochino flatulenza immediata
  • a differenza della realta', sembra che dall'ano possa uscire un getto di aria fredda (che ancora ancora puo' andare bene d'estate, ma non ora che l'autunno e' alle porte)
sara' stato questo lo scopo dei pubblicitari della Vigorsol???

Tralasciando i dubbi credo che solo in Italia sia possibile trovare una pubblicita' come questa



Non so voi, ma io non l'avevo mai vista forse
  • perche' quando vedo gli spot delle suonerie per cellulari mi fiondo sul telecomando per cambiare canale (visto che le trovo... come dire non proprio belle)
  • perche' e' stata veramente censurata
sta di fatto che dopo questo spot mi sono ricreduto e dovro' iniziare a guardare anche queste pubblicita'.

Se questo (con qualche irruzione straniera) era il mercato italiano, anche all'estero non si scherza

Credo che molti di voi si ricorderanno questo video che un paio di anni fa aveva fatto il giro del web



che nonostante la popolarita', a mio parere non ha portato ritorni interessanti a chi lo ha commissionato.

Per restare in ambito comico ci sono anche le gare di scorregge danesi, utilizzate in questo caso per sponsorizzare una lotteria, all'insegna dello slogan “sei un tipo vincente?”



La scorreggia puo' essere anche usata per fini sociali come dimostra questa campagna contro il fumo, che ho trovato a dir poco geniale



Ed ecco a voi un primo risultato che ho trovato molto interessante la maggior parte degli spot che utilizzano la scorreggia riguardano bibite

ad iniziare dalla Fanta che in linea con il suo slogan “sentiti libero” propone il peto di una ragazza.



Ma e' la birra che detiene il maggior numero di spot con scoreggia ad iniziare da questa
in cui per esaltare la naturalezza del prodotto si usa una bella donna e le si fanno fare cose naturali...



La medaglia d'oro di questa "ricerca scorreggia" spetta alla Bud Light nel cui sito potete anche trovare altre campagne pubblicitarie divertenti.

Per questa birra ho trovato addirittura quattro video che accostano la birra alle scorregge

sia che le facciano gli animali



gli uomini





o le donne



Concludo questa mia (sporca) ricerca con un video in pieno stile 2.0 dove si usa la partecipazione collettiva, per la creazione di una sinfonia un po' particolare




Tirando le somme posso dire che sembra proprio che il tabu' della scorreggia sia stato infranto molte volte, non so quanto sia stato utile ai prodotti ai cui è stato associato ma come al solito...

Queste sono le mie riflessioni , aspetto i vostri suggerimenti, riflessioni e magari qualche altra segnalazione per rendere più completa questa ricerca.

Aspetto soprattutto i vostri commenti che, per rimanere in tema come direbbe Shrek sono "Meglio fuori che dentro"

Il virus dell'ospitalità... una scoreggia per sentirsi a casa

Chi di voi non è mai stato in un hotel o in un albergo?
Beh se c'è qualcuno che non c'è mai stato, avrà almeno visto la pubblicità di una catena alberghiera.

Indipendentemente dall'interrogativo, credo che ognuno di voi si sarà fatto un'idea degli hotel / alberghi, posti più o meno cari, più o meno curati, in cui soggiornare per i più svariati motivi.

Ma quali sono i pensieri che accomunano ognuno di noi quando va in un hotel / albergo?

Da un piccolo sondaggio e da alcune esperienze (entrambe personali quindi con un valore in generale limitato) ho potuto scoprire che gli elementi comuni sono
  • la preoccupazione per la pulizia
  • il non sentirsi a casa propria
Una volta trovati questi elementi, se fossi il marketing manager di una catena alberghiera punterei su questi due elementi per la promozione della mia struttura

ma...
  1. non sono un marketing manager
  2. anche se lo fossi, non potrei basarmi su dati così personali e limitati
  3. ho scoperto che qualcuno ci ha già pensato

Visto che credo di non dovermi soffermare sul primo e sul secondo punto passo subito al terzo

La catena Extended Stay Hotels ha puntato su questi due elementi (pulizia, sentirsi a casa propria) per la sua campagna di comunicazione

Iniziamo dal primo, la "pulizia"

Voi quali pensate siano le zone più a rischio di una camera di un hotel / albergo
  • il letto ?
  • la televisione?
  • il bagno ?
  • gli asciugamani?
non ho la risposta, anche se credo molti di voi avranno pensato al bagno...

bene ad agosto si poteva vedere in rete questo video



che credo sia abbastanza esplicativo ...

Ripercorre tutte le possibili zone oscure di pulizia, (anche quelle a cui io non avrei mai pensato) compresa la famigerata tavoletta del wc che non leccherei neanche se l'avessi pulita io...

Ora durante la visione del video (che credevo un normalissimo filmato di un utente qualsiasi) dopo un primo pensiero circa la sanità mentale della protagonista sono passato a pensare ad un suo "latente" feticismo

Mi sono dovuto ricredere visto che il video si conclude con la protagonista che sorridente afferma "veramente pulito" e che mostra il palmo della sua mano dove si legge extstay.com sito che una volta digitato reindirizza "stranamente" al sito della Extended Stay Hotels e qui finalmente ho capito che si trattava di una campagna virale.

Ottima strategia virale, le visite ad oggi sono state 1423 che per un video su YouTube non sono male, considerando anche il ristretto budget utilizzato.

Ma non si finisce qui

Passiamo al secondo punto, "il non sentirsi a casa propria"

Sulla home page dalla catena capeggia questo slogan

Less like a hotel, more like home
(Meno simile ad un albergo, più simile a casa)

In merito a questo punto cito un passaggio del blog di Michela Murgia che trovo molto adatto anche se a modo suo contraddice quanto penso

...mi capita spesso di svegliarmi senza potermi ricordare immediatamente di dove mi trovo. Apro gli occhi, guardo il soffitto della camera dell’albergo e cerco di fare mente locale: dove mi trovo? Gli hotel alla lunga non aiutano: essendo fatti apposta per “farti sentire a casa ovunque”, ottengono l’inquietante risultato che se ci trascorri abbastanza tempo, alla fine rischi che casa tua ti sembra la casa di qualcun altro, perché non ci ritrovi gli ormai familiari 40 gradi di temperatura media delle stanze e lo shampoo monodose in bagno.

Dopo questa breve digressione ho continuato a fare ricerche, per trovare altri elementi che sottolineassero l'importanza data da questa catena alberghiera al problema di non sentirsi a casa propria...

Tra le altre cose mi sono chiesto e vi chiedo...
cosa vi fa sentire maggiormente a casa vostra?
  • il poter girare in mutande?
  • aprire il frigo quando ne avete voglia?
  • sapere dove sono esattamente le cose?
  • altro?
non so cosa abbiate risposto, per quanto mi riguarda, mi fa sentire a casa mia, il poter fare quello che voglio.

La ricerca è risultata fruttuosa visto che ho trovato quest'altro video




che ad oggi conta 227.941 visite.
In questo filmato il concetto del sentirsi a casa è riassunto dal comportamento di poter scorreggiare in santa pace.

Riassumendo partendo da un video (che credevo amatoriale) ho scoperto una campagna virale che mi ha fatto capire:

dal punto di vista antropologico che gli americani quando sono in un hotel / albergo
  • amano leccare un po' tutto ;-)
  • fanno delle scoregge capaci tra le altre cose di spegnere candele e spostare tende ;-)
dal punto di vista del viral marketing
  • che con un investimento limitato la catena Extended Stay Hotels è riuscita a trasmettere ad un buon numero di potenziali clienti, due messaggi fondamentali relativamente ai suoi hotel / alberghi:
1 la pulizia (direi a prova di maniaco)
2 la sensazione di sentirti a casa propria

Queste sono le mie riflessioni siete d'accordo?
Siete in disaccordo?
Cosa ne pensate?

I vostri commenti, suggerimenti e riflessioni sono attesi e graditi.
Solo una cosa... non fate come se foste a casa vostra ;-)

Spine amore e fantasia… Bevi che ti passa… Acqua? No Grazie

Oggi voglio parlarvi di una campagna pubblicitaria lanciata in UK che mi permetto di definire "campagna quattro stagioni" non perché va bene per ogni stagione, ma perché come nella pizza c'è veramente un po' di tutto.

Si tratta della campagna della Oasis, bevanda che rientra tra i 450 brand della Coca Cola, ma marchio registrato delle Atlantic Industries.

In Italia Oasis è commercializzata dalla San Benedetto famosa per la "Rondine" o come "L''acqua della salute"

La prima cosa che mi è balzata agli occhi di questa campagna è che ho trovato la sua descrizione tra le pagine di Wikipedia.

Personalmente non mi era mai capitata una cosa del genere e a voi?
Mi raccomando fatemi sapere

Tralasciando gli interrogativi, veniamo alla campagna…
come al solito c'è un prodotto da pubblicizzare in questo caso una bibita
e il solito dilemma… come fare?

Il mercato è saturo di bibite concorrenti, quindi come approcciare i clienti e far scegliere il nostro prodotto?

Idea

Visto che per essere ricordati bisogna emozionare, raccontiamo una storia (a puntate) e quale miglior soggetto di una storia d'amore per di più travagliata?

L'utente "vivrà" la storia (di cui il prodotto è parte centrale) partecipando alle avventure dei due protagonisti.

Per viverla pienamente però dovrà anche immedesimarsi, partecipare attivamente e visto che Internet ci fornisce gli strumenti di partecipazione utilizziamo anche quelli.

Viste le premesse iniziamo:

C'era una volta...
un personaggio mezzo uomo e mezzo cactus, che odia l'acqua, emarginato dalla società in quanto freak e la sua fidanzata (tra le altre cose rimasta incinta) che si trovano a dover fuggire per vivere liberamente il loro amore.

Il trailer della storia, che si conclude con una frase abbastanza esplicativa "Per le persone a cui non piace l'acqua" lo trovate qui


Per rendere la "partecipazione" e il "coinvolgimento" ancora maggiore
dal sito run cactus kid run

è inoltre possibile votare il finale della storia di Cactus Kid e di Cactus Girl scegliendo tra un finale:
  • lieto
  • triste
  • imprevisto
che sarà reso noto il 22 settembre

Oltre alla partecipazione i creatori di questa campagna si sono preoccupati di rendere la storia e i personaggi maggiormente "reali" utilizzando le possibilità offerte dal web (soprattutto foto, video e blog che fanno sembrare esistenti i vari personaggi).

Ad iniziare dalla protagonista femminile che ha una pagina su MySpace che conta attualmente quasi 2000 amici.

Invece, la madre della protagonista ha fondato il "M.A.C.K." Mothers Against Cactus Kid, sito delle madri contro Cactus Kid

Nella home page, oltre al video messaggio, si spiega che l'organizzazione, fondata nel 2008, nasce in quando la madre di Cactus Girl pensa che la figlia sia vittima di un rapimento da parte di Cactus Kid.

Lo scopo del M.A.C.K. è quello di rendere il mondo un luogo più sicuro per le famiglie, istruire ed educare i genitori su come proteggere i propri cari da questa minaccia.

Nel sito è anche possibile trovare materiale informativo scaricabile su "come parlare in famiglia di Cactus Kid" e di come bere acqua sia alla moda

Leggendo questi pieghevoli mi sono venuti in mente i primi anni ottanta quando ascoltare heavy metal era considerato "deviante" e il PMRC Parents Music Resource Center fece pressione affinché nei dischi comparisse l'avviso Parental Advisory (Explicit Content) con la conseguenza che le vendite dei dischi su cui era applicato l'adesivo schizzassero alle stelle.

Allo stesso modo in questa storia i "cattivi" raccomandano di bere acqua mentre i buoni (perseguitati in quanto diversi) bevono Oasis.

Ah!!! Il potere del Passaparola negativo

Proseguendo troviamo il sito Find Cactus Kid

Dove oltre al video di un ex sceriffo del Kansas
  • si può scaricare la locandina Wanted
  • vedere i video dei testimoni
  • e partecipare (ora non più visto che il concorso è scaduto l'8 settembre) alla ricerca di Cactus Kid con la possibilità di vincere 1000 sterline
I diversi siti sono collegati, e oltre a questi, ve ne sono altri, dove in alcuni è possibile leggere (anche se in piccolo, per non rovinare l'effetto realtà) una frase che tradotta letteralmente suona così:
"vi rendente conto che questa è un annuncio pubblicitario della Oasis, giusto?"

Il primo è il sito di un ristorante "El Pedregal" dove Cactus Kid sarebbe stato avvistato
mentre il secondo è quello di un motel "The Americans Motel" che nella home page si fa pubblicità sostenendo che Cactus Kid vi avrebbe dormito


Tramite i riferimenti incrociati si arriva anche ad una pagina dedicata alle foto su Flickr

C'è anche una pagina di YouTube che per ora raccoglie 16 video sulla storia tra cui una "specie" di video blog della protagonista femminile.

Concludendo un'interessante campagna pubblicitaria, che credo non scamperà a delle critiche come
  • la giovane età della protagonista (che sembra poco più che adolescente nonostante dichiari 21 anni)
  • o il celato messaggio di preferire la bibita pubblicizzata rispetto all'acqua
ma che utilizza le interessanti strade (già aperte da tempo), del coinvolgimento, della partecipazione, dei personaggi immaginari\reali e delle storie per la promozione dei prodotti

Comunque oltre a ricordarvi di innaffiare i vostri cactus (che come tutte le altre piante hanno bisogno di acqua per sopravvivere)...

Aspetto i vostri commenti e suggerimenti che per restare in tema...
sono necessari per crescere bene.

Aggiornamento
...ecco la fine fine della storia


Si può fare Marketing anche con gli errori e i ritiri… dalle Olimpiadi ai Videogiochi. Trasformare i punti di debolezza in punti di forza. 2a Puntata

Proseguo il discorso sul cambiamento del marketing e sulla necessità di trasformare i punti di debolezza in punti di forza iniziato nel post precedente

Si può fare Marketing anche con gli errori e i ritiri…

Per quanto riguarda il secondo caso di cui vi avevo solo accennato, tutto parte da un video di un utente, un certo
Levinator25 che il 30 agosto del 2007 posta un video su You Tube in cui inizialmente sembra presentare il video gioco
"Tiger Woods Pga Tour 08"


definendolo come il miglior gioco di sempre, se non che poco dopo presenta una delle "novità" presenti nel gioco il "Jesus Shot" in cui Tiger Woods camminando sull'acqua compie un fantastico tiro.

Levinator25 commenta l'azione divertito e felice di aver scoperto un bug sfuggito ai beta tester del videogioco

Ma ecco il video





Che fare?
Porre rimedio al bug?
Licenziare i beta tester?
Lasciare tutto così com'è?

Niente di tutto questo

EAsports (forse con un po' di ritardo, ma forse in questi casi non è mai troppo tardi) cosa ti combina?

Decide di utilizzare lo stesso canale di comunicazione You Tube per lanciare la propria campagna di viral marketing

Come?

Il 19 agosto 2008 EAsports aggiunge un video che nelle note definisce la risposta al video di Levinator25 , con in basso il un collegamento al video dell'utente citato

Il video della EA inizia riprendendo uno spezzone di quello creato da Levinator25, ma ad un certo punto si interrompe per far comparire questa scritta:

Levinator25 you seem to thik your jesus shot video was a glitch in the game
(Levinator25 sembra che tu pensi che il tuo video Jesus Shot sia un problema tecnico del gioco)

Alla scomparsa della scritta compare Tiger Woods in carne e ossa, per colpire una pallina finita (caso strano proprio in un laghetto simile a quello del videogioco) si toglie le scarpe e cammina sulle acque, per raggiungere la pallina.

Per rendere il tutto più realistico prima di tirare, Tiger immerge la mazza da golf nell'acqua (in modo che si noti la profondità) e poi tira...e stranamente fa andare la pallina buca.

Successivamente il colpo di genio, compare la scritta

It's not a glitch. He's just than good
Non è un problema tecnico è solo che è bravo

Ora gustatevi il video




In questo caso si è sfruttato il contenuto prodotto da un utente per creare una campagna virale che allo stesso tempo rilancia il prodotto, il suo testimonial Tiger Woods (attualmente non in ottimo stato fisico) ma allo stesso tempo ha coinvolto un utente.

Un esempio di come un'azienda possa creare una bella campagna virale ascoltando quello che hanno da dire i consumatori e allo stesso tempo rendendoli partecipi.

Queste sono le mie riflessioni siete d'accordo?
Siete in disaccordo?
Cosa ne pensate?

I vostri commenti, suggerimenti e riflessioni sono attesi e graditi.

Si può fare Marketing anche con gli errori e i ritiri… dalle Olimpiadi ai Videogiochi. Trasformare i punti di debolezza in punti di forza. 1a Puntata

Si sa fare campagne marketing non è una cosa semplice (almeno se si parla di buone campagne marketing), soprattutto oggi viste le evoluzioni che il marketing subendo grazie alla presenza di nuovi canali (internet, blog, video, ecc. ecc.) e alla partecipazione delle persone (prosumer, UGC User Generated Content, condivisione ecc. ecc)

Il marketing, da più parti, si afferma che sta cambiando (vedi ad esempio Marketing 2.0, Societing, Nuovo marketing o Cambiamo il nome al marketing ma gli articoli e le risorse on line e non sono veramente tantissime.) e che sia sempre più difficile farlo in modo tradizionale, per questo si cercano nuove strade, si parla allora di
Sembra comunque che alcuni marchi abbiano percepito questo cambiamento e si stiano muovendo verso questa nuova direzione mentre altri sono fermi al palo a guardare.

In generale il marketing deve essere veloce, adattarsi alle situazioni tempestivamente, saper trasformare i punti di debolezza in punti di forza

Oggi vi voglio parlare di due esempi (per non appesantire troppo il post il secondo caso lo troverete nella seconda puntata) in cui intelligentemente si sono trasformati quelli che potevano sembrare delle "situazioni difficili" o degli "errori" in opportunità.

Per la primo caso,

lo spunto mi è venuto leggendo un articolo (che vi invito a leggere) apparso nella versione cartacea del Corriere della Sera del 20 Agosto con il titolo "Sorpresa, il dramma di Liu è un trionfo di marketing" e nella versione on line nel Blog "La nostra Cina" di Fabio Cavalera. Dal titolo La soap-opera

Cito alcuni punti salienti

Non sono trascorse che poche ore dal drammone nazional-popolare e sull'ultima pagina di un quotidiano già campeggia una bella pubblicità. L'eroe è immortalato con la smorfia di dolore sulle labbra...

...Sotto la foto, spiccano alcuni slogan: "Amare la gloria, amare il dolore", "Amare lo sport anche quando ti spezza il cuore".

La
Nike...ha battuto tutti sul tempo. La tragedia del ragazzo che, infortunato, non riesce a dare voce al sogno della Nazione si trasforma d'incanto e con la velocità della luce in una lucrosa campagna promozionale.

...Sta per arrivare un diluvio di spot. Cambia il messaggio e lo si modella su timbri e note che sfruttano le emozioni del momento: dunque la compassione, il perdono, la forza d'animo, la voglia di tornare. Liu Xiang era l'icona del trionfo facile. Ora è l'icona dello sport sofferto, del cuore, dell'"importante è partecipare ".

... Sarà che pensare male è davvero facile ma la tempistica suggerisce un sospetto: che il dramma sia stato in verità una farsa costruita a tavolino. Che Liu Xiang stesse male è vero. Che fosse impossibilitato a correre era evidente. Ma, visto che il suo staff lo sapeva (e forse pure gli sponsor), perché l'hanno mandato in pista? Esigenze di spettacolo. Forse di marketing.

...Che dire? Una fantastica soap opera olimpica. Con mille attori. E un protagonista assoluto: Liu Xiang.

Ora non mi soffermo sul dubbio citato nell'articolo sul dramma costruito a tavolino e sulla partecipazione dell'atleta per esigenze di spettacolo o di marketing

Piuttosto volevo sottolineare in questo caso la velocità e intelligenza di sfruttare un evento simile che apparentemente avrebbe scoraggiato molti,

Come utilizzare il proprio testimonial (nel caso specifico Liu Xiang in Cina è considerato un vero e proprio eroe e si sa di solito si cerca sempre di emulare i propri eroi) fino a quel momento "sponsorizzato" come l'atleta che vince sempre?

Semplice (...ora che il lavoro è già stato fatto) capovolgendo completamente la prospettiva ora l'eroe non si arrende, non molla, come dovrebbero riportare i nuovi spot
"Amare la gloria, amare il dolore", "Amare lo sport anche quando ti spezza il cuore"

Sembra (visto che non dispongo, almeno per ora delle nuove pubblicità di cui parla il giornalista) che stia "per arrivare un diluvio di spot".

Questo repentino cambio del messaggio, ora molto più "emozionale" e forse ora ancora più vicine alle persone che "non vincono" sempre ma che tutti i giorni ma devono lottare.

Che dire cavalcare le emozioni di tanti aumenta sicuramente la forza, la persuasività e la penetrazione del messaggio, visto che le marche per avere clienti, soprattutto "fedeli" devono essere ricordate.

Credo che l'infortunio di Liu rimarrà impresso per molto tempo nella mente delle persone, un evento che suscita e susciterà emozioni ancora per molto tempo…
e quale modo migliore di farsi ricordare che legarsi a questo evento emozionante?

Vi lascio allo screenshot del sito dell'atleta e al video (forse un po' lungo) della telecronaca silenziosa dell'evento in cui è avvenuto il ritiro di Liu








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Come ti promuovo il turismo... Viral & Guerriglia marketing... dalla strada al Web e alla TV

Oggi voglio parlarvi di un ottimo esempio di Viral e Guerriglia Marketing che viene dall'Australia.

Obiettivo

Lo scopo di questa campagna di marketing è la promozione turistica invernale del Queensland

Si vogliono convincere gli abitanti del sud dell'Australia a lasciare il freddo per visitare Lo Stato del Sole
Anche se sembra strano in Australia ora è inverno

Quale strategia utilizzare:
  • Cartelloni pubblicitari? (Poco Emozionali)
  • Spot televisivi? (Troppo Costosi)
  • Annunci Radio? (Poco efficaci)
Quindi... niente di tutto questo, ma qualcosa di più innovativo

Strategia

Sono stati ingaggiati 24 modelli /e (tutti ovviamente molto brutti) vestiti apparentemente con un normalissimo soprabito (trench) sotto il quale si nascondevano i loro corpi coperti solo da bikini e costumi da bagno.

Inoltre, l'interno del soprabito raffigurava immagini del Queensland (anche se dubito che in molti le abbiano notate)

Tutto questo avveniva in una fresca mattina invernale per le strade di Sydney e Melbourne

Provate a immaginare la scena...

Un fresco giovedì mattina, state andando a lavoro, uscendo dalla metropolitana o già al lavoro (per chi lavora per strada... niente battute please), con la mente piena di pensieri (soprattutto quello del vicino fine settimana) quando...

Ta Da

Una/o splendida/o Ragazza/o ti si piazza davanti apre il soprabito per mostrarti le bellezze del Queensland (e le sue)

Che esperienza unica... Figuriamoci se non mi ricorderò del Queensland...

Oltretutto appena avrò la possibilità parlerò a tutti gli amici di questo felice incontro


Se non bastasse questa iniziativa ha attirato l'attenzione dei media locali sia sul web





altre gallerie di immagini
Galleria 1
Galleria 2


Sia a quanto sembra anche sui giornali e sulla televisione pubblica che vi ha dedicato un servizio.

Dico a "quanto sembra" perché non ho trovato il video del telegiornale né articoli cartacei (dovrò andare nel Queensland per una ricerca più approfondita ), ma solo questo video (senza audio) che presenta e descrive questa campagna.



Sempre dal video ho appreso che gli "esibizionisti" distribuivano dei bigliettini in cui si invitava a visitare il sito internet delle Vacanze in Queensland e veniva promosso questo concorso per vincere Buoni Vacanza (ovviamente nel Queensland) per un valore di $ 10.000.

Insomma un'innovativa campagna marketing:
  • con una modesta spesa
  • che utilizza la sorpresa e lo stupore
  • ma non disdegna le nuove tecnologie
  • si propone in modo insolito
  • sfrutta il passaparola
  • emoziona le persone
  • rende partecipe le persone
  • utilizza molteplici strumenti e canali
Che dire... Bravi!!!

Ma come al solito questo è quello che penso io... Aspetto i vostri commenti e riflessioni

Uomini come macchine…Partecipazione o Sfruttamento del Consumatore?

Si sente parlare sempre più spesso (per fortuna) di coinvolgimento e di ascolto dei clienti, di partecipazione delle persone nella creazione e nella comunicazione.

Bene… ma non credo che la nuova campagna pubblicitaria della Emami per il suo prodotto Himani Fast Relief, vada in questa direzione, anche se credo che molte persone si identificheranno nei protagonisti di questo spot

Ad una visione più approfondita questo video, potrebbe quasi fare paura per le sue implicazioni.
Uomini visti come macchinari, mezzi di produzione da sfruttare


A me però piace vederlo in positivo,
Uomini come ingranaggi di un complicato meccanismo, che lavorano e partecipano per lo sviluppo collettivo.

Dite che sto caricando di troppi significati una semplice Pubblicità ?

Ok... andando avanti, il prodotto pubblicizzato è un unguento ayurvedico per i dolori e le infiammazioni muscolari.

Non so esattamente quale messaggio i creatori di questo spot volessero far passare, fatto sta che a mio parere hanno fatto uno splendido lavoro, e che il messaggio che mi ha trasmesso è:

Gli uomini sono diventati macchine, seguendo quello che è il ritmo che impone la vita frenetica.
Ingranaggi del sistema economico in cui non è possibile fermarsi ma in cui bisogna andare avanti.

Andare avanti anche in caso di "guasto" e dolore, "per non rimanere indietro rispetto agli altri"
In questi casi è necessario un "Immediato sollievo dal dolore" (ah.. quanti prodotti farmaceutici hanno utilizzato questo slogan) ed ecco il prodotto ops la soluzione

Non voglio svelarvi troppo quindi vi lascio alla sua visione

Resto in attesa delle vostre interpretazioni e soprattutto dei vostri commenti.



La Wonderbra voleva anche le tue tette... ECCOLE...Ci sei anche tu?


Tempo fa vi avevo parlato, in un post dal titolo
"La Wonderbra vuole anche le tue tette" di una iniziativa della Wonderbra che per la sua nuova campagna pubblicitaria chiedeva a 1.000 donne di partecipare attivamente alla creazione della più grande raccolta di tette mai vista.

Bhe, questa campagna di marketing del coinvolgimento, è ora un puzzle-poster di ben 8.000 foto, di donne che indossano i loro reggiseni, formando il busto della modella Katie Green.

Per il lancio del poster, posizionato l'11 agosto in Charing Cross a Londra, oltre alla Green hanno sfilato in reggiseno alcune delle "modelle" che hanno partecipato alla campagna.

Da quanto riporta affaritaliani.it sembra che la presentazione abbia "mandato letteralmente in tilt il traffico"
Vuol dire che anche i tanto flemmatici inglesi non sono insensibili al fascino femminile.


Se state pensando che è una sfortuna non abitare a Londra vi do una bella notizia potete ammirare quella che voleva essere la più grande raccolta di tette anche on line su un sito della Wonderbra, dove troverete il cartellone interattivo. E' sufficiente cliccare sul link che troverete "Click Here To See The Online Billboard"

Quindi se per caso avete partecipato all'evento provate a cercare la vostra foto

Tra le altre cose ha anche trovato risposta la mia domanda posta alla fine dello spot
"Una domanda però mi sorge spontanea ma le donne avranno tutto questo interesse a mostrare le loro tette?

Sembra proprio di si e per di più in questo caso lo hanno fatto completamente gratis.

Altra considerazione, strano ma vero, il post sulla Wonderbra è quello che:
  • riceve le viste maggiori
  • registra le visite più brevi
Non sarà perchè nel titolo e nei tag c'è la parola tette e il risultato non è quello che si aspettano gli utenti che cercano su Google o altri motori la parola tette?

Non lo so vediamo se anche questo post realizza lo stesso risultato

Voi siete capitati qui per caso cercando "tette"? Oppure volevate solamente leggere questo post?
Come sempre aspetto i vostri commenti e risposte.

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