Si può fare Marketing anche con gli errori e i ritiri… dalle Olimpiadi ai Videogiochi. Trasformare i punti di debolezza in punti di forza. 1a Puntata

Si sa fare campagne marketing non è una cosa semplice (almeno se si parla di buone campagne marketing), soprattutto oggi viste le evoluzioni che il marketing subendo grazie alla presenza di nuovi canali (internet, blog, video, ecc. ecc.) e alla partecipazione delle persone (prosumer, UGC User Generated Content, condivisione ecc. ecc)

Il marketing, da più parti, si afferma che sta cambiando (vedi ad esempio Marketing 2.0, Societing, Nuovo marketing o Cambiamo il nome al marketing ma gli articoli e le risorse on line e non sono veramente tantissime.) e che sia sempre più difficile farlo in modo tradizionale, per questo si cercano nuove strade, si parla allora di
Sembra comunque che alcuni marchi abbiano percepito questo cambiamento e si stiano muovendo verso questa nuova direzione mentre altri sono fermi al palo a guardare.

In generale il marketing deve essere veloce, adattarsi alle situazioni tempestivamente, saper trasformare i punti di debolezza in punti di forza

Oggi vi voglio parlare di due esempi (per non appesantire troppo il post il secondo caso lo troverete nella seconda puntata) in cui intelligentemente si sono trasformati quelli che potevano sembrare delle "situazioni difficili" o degli "errori" in opportunità.

Per la primo caso,

lo spunto mi è venuto leggendo un articolo (che vi invito a leggere) apparso nella versione cartacea del Corriere della Sera del 20 Agosto con il titolo "Sorpresa, il dramma di Liu è un trionfo di marketing" e nella versione on line nel Blog "La nostra Cina" di Fabio Cavalera. Dal titolo La soap-opera

Cito alcuni punti salienti

Non sono trascorse che poche ore dal drammone nazional-popolare e sull'ultima pagina di un quotidiano già campeggia una bella pubblicità. L'eroe è immortalato con la smorfia di dolore sulle labbra...

...Sotto la foto, spiccano alcuni slogan: "Amare la gloria, amare il dolore", "Amare lo sport anche quando ti spezza il cuore".

La
Nike...ha battuto tutti sul tempo. La tragedia del ragazzo che, infortunato, non riesce a dare voce al sogno della Nazione si trasforma d'incanto e con la velocità della luce in una lucrosa campagna promozionale.

...Sta per arrivare un diluvio di spot. Cambia il messaggio e lo si modella su timbri e note che sfruttano le emozioni del momento: dunque la compassione, il perdono, la forza d'animo, la voglia di tornare. Liu Xiang era l'icona del trionfo facile. Ora è l'icona dello sport sofferto, del cuore, dell'"importante è partecipare ".

... Sarà che pensare male è davvero facile ma la tempistica suggerisce un sospetto: che il dramma sia stato in verità una farsa costruita a tavolino. Che Liu Xiang stesse male è vero. Che fosse impossibilitato a correre era evidente. Ma, visto che il suo staff lo sapeva (e forse pure gli sponsor), perché l'hanno mandato in pista? Esigenze di spettacolo. Forse di marketing.

...Che dire? Una fantastica soap opera olimpica. Con mille attori. E un protagonista assoluto: Liu Xiang.

Ora non mi soffermo sul dubbio citato nell'articolo sul dramma costruito a tavolino e sulla partecipazione dell'atleta per esigenze di spettacolo o di marketing

Piuttosto volevo sottolineare in questo caso la velocità e intelligenza di sfruttare un evento simile che apparentemente avrebbe scoraggiato molti,

Come utilizzare il proprio testimonial (nel caso specifico Liu Xiang in Cina è considerato un vero e proprio eroe e si sa di solito si cerca sempre di emulare i propri eroi) fino a quel momento "sponsorizzato" come l'atleta che vince sempre?

Semplice (...ora che il lavoro è già stato fatto) capovolgendo completamente la prospettiva ora l'eroe non si arrende, non molla, come dovrebbero riportare i nuovi spot
"Amare la gloria, amare il dolore", "Amare lo sport anche quando ti spezza il cuore"

Sembra (visto che non dispongo, almeno per ora delle nuove pubblicità di cui parla il giornalista) che stia "per arrivare un diluvio di spot".

Questo repentino cambio del messaggio, ora molto più "emozionale" e forse ora ancora più vicine alle persone che "non vincono" sempre ma che tutti i giorni ma devono lottare.

Che dire cavalcare le emozioni di tanti aumenta sicuramente la forza, la persuasività e la penetrazione del messaggio, visto che le marche per avere clienti, soprattutto "fedeli" devono essere ricordate.

Credo che l'infortunio di Liu rimarrà impresso per molto tempo nella mente delle persone, un evento che suscita e susciterà emozioni ancora per molto tempo…
e quale modo migliore di farsi ricordare che legarsi a questo evento emozionante?

Vi lascio allo screenshot del sito dell'atleta e al video (forse un po' lungo) della telecronaca silenziosa dell'evento in cui è avvenuto il ritiro di Liu








Queste sono le mie riflessioni siete d'accordo?
Siete in disaccordo?
Cosa ne pensate?

I vostri commenti , suggerimenti e riflessioni sono attesi e graditi.

2 commenti:

Giuseppe Sisinni ha detto...

Che Liu stesse male lo si sapeva e allora perchè arrivare ultimo o giù di lì?
Meglio una farsa (credo che sia andata così) che impietosisca qualche miliardo di persone che un risultato negativo giustificato.
Magari fra un po' di tempo si scoprirà che la Nike ha incoraggiato questo comportamento con tanti bigliettoni verdi.

Comunque tanti complimenti al direttore del marketing che ha saputo cavalcare la tigre.

Massimo Falcone ha detto...

Più che calvalcare mi sa che l'ha proprio domata la Tigre ,-)

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