La Pubblicita' on line cresce... ma forse gli utenti non la vogliono... cosi' generica

Oggi voglio fare delle riflessioni sugli investimenti pubblicitari sul web che crescono e l'effetto / percezione delle pubblicita' on line sui consumatori.

Questa riflessione e' nata leggendo alcune indagini ma, soprattutto, da una campagna pubblicitaria.

In ottobre esce l'indagine dell'EIAA European Interactive Advertising Association
intitolata Marketers’ Internet Ad Barometer 2008

L'indagine riporta che aumentano gli investimenti pubblicitari sul Web mentre diminuiscono quelli su Stampa e TV, infatti:
  • L’81% degli intervistati sostiene infatti che nel 2008 la spesa destinata all’online sia notevolmente cresciuta e prevede un uguale trend anche nei due anni successivi (+16% nel 2009 e +17% nel 2010).
  • L’82% degli inserzionisti che dichiarano di aver aumentato gli investimenti su Internet sostiene di aver tratto risorse direttamente dai budget dedicati alla carta stampata (40% ) alla TV (39% ) e soprattutto Direct Marketing (32%).
  • Il 73% degli interessati dichiara un incremento di utilizzo dell’on-line come un mezzo pubblicitario; il 31% dichiara in diminuzione il proprio utilizzo del medium televisivo, cosi' come il 40% afferma lo stesso per quanto riguarda l’uso dei quotidiani.
Altri dati che fornisce la ricerca sono che :
  • Piu' di tre quarti (77%) degli interpellati afferma che la pubblicita' online abbia avuto un impatto positivo sulla percezione e la conoscenza (68%) dei loro brand . Sembra inoltre che i risultati siano traducibili direttamente nell’intenzione di piu' della meta' di loro (55%) di aumentare il budget pubblicitario nel corso dei prossimi due anni. Inoltre, il 40% degli inserzionisti vede Internet come mezzo decisivo per influenzare le decisioni di acquisto (dal 30% nel 2006) generare vendite (46% vs 31%) e per aumentare la fedelta' dei clienti (23%).
Sempre in Ottobre e' uscita anche l'indagine intitolata
IAB Internet Advertising Revenue Report
il rapporto di Interactive Advertising Bureau e PricewaterhouseCoopers.

Nel quale tra gli altri dati si scopre che le entrate pubblicitarie riguardanti la prima meta' del 2008 sono aumentate del 15.2% rispetto allo stesso periodo del 2007, passando da $9,993 a $11,510 miliardi

Ma gia' nel 2007 in un report della IBM dal titolo:
The end of advertising as we know it

si sosteneva che nel prossimo quinquennio il mondo pubblicitario avrebbe subito enormi cambiamenti e che i budget pubblicitari si stavano spostando rapidamente verso nuovi formati interattivi a scapito dei media tradizionali.

Da questi dati nasce la prima riflessione, probabilmente si e' capito che i nuovi media, (internet in testa anche grazie ai minor costi) sono la nuova frontiera della pubblicita'. Gli addetti ai lavori gia' da tempo si sfregano le mani ... ma i consumatori cosa c'entrano?

Adesso ci arrivo

Per introdurre la campagna pubblicitaria e l'altra riflessione parto da un articolo del Corriere della Sera di inizio luglio dal titolo:

La rivoluzione della pubblicita'
L'epicentro: nuove tecnologie digitali e consumatori della seconda generazione


Cito un estratto:

La pubblicita' tradizionale, martellante e a colpi di spot, si sta dimostrando sempre meno efficace. E' vero, c'e' la crisi economica che svuota i salvadanai delle famiglie. Ma non e' solo questo. Il pubblico, aiutato dalla tecnologia digitale, sviluppa anticorpi che gli consentono di ridurre la sua esposizione al bombardamento. Con il sistema Tivo, per esempio, gli spettatori americani possono impostare la registrazione dei programmi saltando preventivamente gli spot. E da noi? Un Tivo vero e proprio in Italia non esiste, ma gli abbonati alla televisione via Internet di Fastweb, per esempio, sono in grado di ottenere un risultato simile pigiando il tasto «avanti veloce» dopo aver registrato il programma; ed evitare in questo modo la pubblicita'...

Ma c'e' stata una frase che mi ha colpito particolarmente nell'articolo:
c'e' un consumatore che non vuole piu' farsi consumare.

Oggi come detto piu' volte i consumatori hanno un ruolo nuovo, non piu' passivo ma attivo... ed e' su questo nuovo aspetto che forse bisognerebbe prendere maggiormente in considerazione. Il consumatore non e' piu' un soggetto passivo che subisce la pubblicita'.
Non si puo' piu' bombardare a tappeto e indiscriminatamente il consumatore.

Viste le premesse posso introdurre la campagna pubblicitaria della Doritos, ditta che produce tortillas di mais. (Ovviamente se questa "breve" spiegazione o il sito del produttore non appaga la vostra curiosita', c'e' sempre Wikipedia che ci viene in aiuto con una pagina dedicata ad hoc).

La campagna si basa su un video, prodotto dalla svedese la Papercut che si potrebbe intitolare
fine della pubblicita' on-line
oppure
la rivincita dei consumatori
o meglio ancora
un sito con il mio contenuto

Nel video si spiega che la Doritos ha chiesto (a qualcuno di non ben definito) di creare una campagna pubblicitaria on line, qualcosa che rendesse Doritos parte di internet.

La soluzione di questi fantomatici signori e' stata quella di creare qualcosa di utile che rendesse internet migliore sbarazzandosi di qualcosa che nessuno ama....

cosa sara' mai?....
Non viene detto ma...

il video prosegue affermando che circa il 30% (in qualche caso anche di piu' a mio parere) dello schermo e' riempito di publicita'

visto il dato... questi fantomatici signori si chiedono...

Cosa succederebbe se lo spazio potesse essere riempito con materiale che ti piace?

La risposta la fornisce la Doritos che lo rende possibile.

Visitando il sito www.onlythegoodstuff.com (anche se nel video appare nella barra degli indirizzi appare un altro sito www.wedontlikebanners.com)

si vede che si puo' installare il plug-in per il proprio browser web.

Il plug-in identifica dove sono piazzati i banners e li sostituisce con cio' che piace all'utente
che puo' scegliere se reperire i contenuti su internet o direttamente dal suo pc.

Risultato finale la pagina apparira' con i contenuti scelti dall'utente
Ridando alle persone potere sui loro schermi

Quindi rendendo internet come un sacchetto di Doritos
Riempito solo con le cose che ti piacciono.

Ora ve lo lascio gustare




Non sono riuscito a trovare n'e' l'indirizzo a cui si fa riferimento nel video

www.onlythegoodstuff.com (che rimanda a questo sito http://www.registar.com/ nel quale si afferma che il domino e' registrato presso di loro)

n'e' il secondo sito www.wedontlikebanners.com che sembra non esista piu'

Facendo whois ho scoperto che il dominio e' stato registrato nel 2004 da una societa' di Phoenix e che scadra' nel 2014

Alla fine ho scoperto che si il video e' stato realizzato dall' art director Thomas Jonsson e dal writer Cark Fredrik Jannerfeldt della Berghs School of Communication, di Stoccolma e che ha vinto anche diversi premi (come si po' vedere a sinistra del sito Papercut)

Forse.... questo applicativo non esiste (ancora), ma il video attira l'attenzione, si fa ricordare e sopratutto trasmette un messaggio forte...

in un sacchetto di Doritos c'e' quello che ti piace

Da qui un alta riflessione, cosa accadrebbe se un applicativo simile esistesse sul serio?
Forse:
  • sarebbe la fine della pubblicita' on-line?
  • sarebbe boicottato?
  • si troverebbero nuove forme per fare pubblicita' sul web?
  • i consumatori lo adotterebbero in massa?
Non ho queste risposte, ma incuriosito da questo ipotetico applicativo mi sono imbattuto in un software (da cui forse e dico forse hanno tratto spunto i realizzatori della campagna Doritos)


Si chiama Add-Art ed e' un progetto open source

Si tratta di un add-on gratuito per FireFox di che sostituisce le pubblicita' dei siti internet con immagini di opere d'arte che cambiano ogni 2 settimane.

Sara' l'inizio della fine?

Io non credo (almeno non per adesso), ma queste sono le mie riflessioni.

Come sempre aspetto i vostri suggerimenti, riflessioni e commenti

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