Intelligenza collettiva... Wikinomics... Crowdsourcing... Stesso strumento al servizio delle aziende che sapranno utilizzarlo - Seconda Parte

Nella prima parte di questo post affrontando il tema dell'intelligenza collettiva, della Wikinomics e del Crowdsourcing, attraverso le diverse definizioni dei fenomeni, sono giunto alla conclusione che si tratti di un unico fenomeno nonostante la diversita' dei nomi attribuiti.

In questa seconda parte analizzo il fenomeno dell'intelligenza collettiva attraverso alcuni casi in cui le aziende hanno saputo sfruttare questo fenomeno.

GoldCorp
Chi usa l'intelligenza (degli utenti) trova l'oro

Il primo caso, presente anche nel libro Wikinomics, riguarda Rob McEwen amministratore delegato della Goldcorp, societa' di ricerca d'oro, che si rivolse alla comunita' virtuale per risolvere un problema pressante.
La Goldcorp stava esaurendo i suoi giacimenti d'oro e i suggerimenti e le indicazioni che venivano dall'interno dell'azienda, per individuare nuovi giacimenti, non stavano dando risultati.
Rob McEwen decise allora di sfruttare internet e organizzo' un concorso tra gli utenti, il Goldcorp challenge con un montepremi complessivo di 575 mila dollari.
La cosa forse piu' azzardata fatta Rob, oltre al fatto di rivolgersi a degli sconosciuti, fu quella di condividere i dati geologici relativi alle proprieta' dell’impresa, cosa assolutamente “non convenzionale” per quel genere di societa'.
La risposta degli internauti non si fece attendere oltre 1.400 scienziati, ingegneri, geologi, persone comuni di 50 paesi scaricarono i dati della societa', e iniziarono ad analizzare i dati e a cercare “virtualmente” l'oro senza essere sul posto.
Il risultato del concorso fu l'individuazione di 110 possibili zone di ricerca nella proprieta' di Red Lake, la meta' delle quali non erano neanche stati presi in considerazione dalla Goldcorp. Da queste 110 possibili zone oltre l'80% si frutto' grandi quantita' d'oro.

Innocentive
Innovazione con incentivi per l'intelligenza che risolvei problemi e riduce i costi

Innocentive nasce nel 2001 come start-up della Eli Lilly, multinazionale farmaceutica, per rispondere ad un doppia sfida risolvere problemi (di ingegneria, informatica, matematica, chimica,...) e ridurre i costi interni di ricerca e sviluppo.
Come funziona?
Sul sito Innocentive vengono presentati una serie di quesiti divisi per ambito con indicazione della societa' richiedente (tra i clienti vi sono societa' come Boeing, DuPont e Procter & Gamble) e l'ammontare del premio messo in palio per la risoluzione del problema.
La gara e' aperta a chiunque voglia provare a fornire la la propria soluzione iscrivendosi al sito e sottoponendo la sua soluzione.
I Premi vanno da un minimo di $5,000 fino ad un massimo di $1,000,000 in base alla difficolta' del problema
Il tutto con un doppio vantaggio
  • risolvere problemi a cui la struttura interna non riesce a trovare una soluzione
  • ridurre i costi relativi alla ricerca e sviluppo per la ricerca di una soluzione interna del problema.

Dell
Il miglioramento dei prodotti passa attraverso l'intelligenza degli utilizzatori

Nel 2007 la societa' Dell ha lanciato due iniziative per coinvolgere i suoi clienti, e migliorare i suoi prodotti.
La filosofia di queste iniziative e' ben sintetizzata da Michael Dell "Noi ascoltiamo, impariamo e quindi miglioriamo e innoviamo in base a cio' che i nostri clienti vogliono.”
E sembra che lo facciano... Vista l'insistenza degli utenti i computer Dell sono stati equipaggiati anche con il sistema operativo Linux e non piu' solo con quello di casa Microsoft.

Tornando alle due iniziative...

La prima si chiama Ideastorm
si tratta di un sito internet attraverso il quale si possono proporre miglioramenti e opinioni per migliorare i prodotti dalla Dell.

La seconda, si chiama Studio Dell
si tratta di una sezione del sito internet dove si possono visionare video su come utilizzare al meglio i prodotti della Dell ma anche contribuire personalmente, in una apposita sezione “Your Stories” sezione , i consumatori possono inviare i propri video dove mostrano come utilizzano le tecnologie della Dell.

Inserisco una presentazione che riassume alcuni dati ed elementi importanti della strategia della Dell


Molto simili all'idea della Dell sono le iniziative della
I casi di utilizzo dell'intelligenza collettiva potrebbero proseguire, se ne volete analizzare altri, molti si possono reperire sul sito open innovators

Tutti questi esempi provengono dall'estero ma a livello italiano cosa succede?

Bhe... diciamo che non siamo stati proprio alla finestra.

Una prima azienda a sfruttare intelligenza collettiva, e la partecipazione degli utenti per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo e' stata la Ducati.

La società emiliana ha saputo coinvolgere e “utilizzare” l'intelligenza collettiva dei propri clienti - utilizzatori - prosumer - fan.
Identificandone i bisogni, coinvolgendoli nello sviluppo di nuove idee ma non solo...

Lo illustra bene la ricerca...

Collaborating to create: the internet as a platform for customer engagement in product innovation

Cerco di sintetizzare i punti che riguardano la Ducati.

Ducati ha saputo coinvolgere e sfruttare l'intelligenza dei suoi “fan” attraverso diversi canali virtuali e non come :
  • Il “Tech Cafe'” un forum dedicato alla scambio di conoscenze tecniche, di idee per la personalizzazione delle moto, ma anche di luogo in cui i ducatisti forniscono suggerimenti per il miglioramento dei prodotti con la possibilità di allegare dei file di testo o grafici. Non solo un luogo in cui scambiarsi le conoscenze tecniche e aiutarsi reciprocamente (cosa che ha ridotto le chiamate al call center della società visto l'aiuto reciproco nella soluzione di problemi e la segnalazione delle proprie competenze) ma anche uno strumento di conoscenza del “fan” delle sue esigenze oltre che uno strumento di fidelizzazione (visto che chi ha aiutato alla creazione di un prodotto è più incline a comprarlo).
  • Feedback e sondaggi su prodotti e attività di marketing specifiche.
  • Iniziative come "Design your dream Ducati” in cui l'apporto dei fan poteva essere utilizzato per definire meglio le aspettative e i desideri del cliente.
Piu' recentemente un'altra azienda italiana ha attivato un'iniziativa per coinvolgere e utilizzare l'intelligenza collettiva.

Sto parlando della Barilla e dell'iniziativa della Mulino Bianco "Nel Mulino Che Vorrei"

Qui una presentazione del progetto

e di seguito due (dei tantissimi) blog che hanno trattato dell'argomento

quello di Pepe Moder ... forse un po di parte ;-)

e quello di Flavia Rubino

Dall'analisi di tutti questi casi ho dedotto che quasi tutti le aziende che hanno saputo sfruttare l'intelligenza collettiva:
  • hanno ottenuto risultati eccellenti
  • hanno diminuito i costi, sopratutto nel settore Ricerca & Sviluppo
  • hanno saputo tenersi aggiornate grazie ad un network partecipativo
  • hanno capito meglio le esigenze dei loro clienti grazie a una collaborazione aperta

Visti i risultati le domande che mi sorgono sono:
  • Perche' attualmente sono ancora cosi' poche le aziende che utilizzano l'intelligenza collettiva?
  • Quante aziende sapranno avvalersi di questo strumento?
  • Quante non avranno paura di affidarsi ai propri clienti e alla folla?
  • Come mai c'e' ancora tanto timore nell'utilizzo dell'intelligenza collettiva e nella partecipazione degli utenti?

Probabilmente mi sbaglio... forse e' solo necessario del tempo per vedere avanzare questo cambiamento.

Forse in un futuro non molto lontano i prodotti saranno sviluppati dai consumatori e le aziende si rivolgeranno alle masse per risolvere i loro problemi...

Voi cosa ne pensate?
Come sempre aspetto i Vostri Commenti e le Vostre Riflessioni.

Intelligenza collettiva... Wikinomics... Crowdsourcing... Stesso strumento al servizio delle aziende che sapranno utilizzarlo - Prima Parte

Oggi voglio parlarvi dell'intelligenza collettiva, dei suoi sviluppi e delle sue “applicazioni”... wikinomics, croudsourcing.

Lo spunto per scrivere questo post mi e' venuto leggendo vari post sull'argomento ed osservando i comportamenti delle aziende di fronte a questo fenomeno.

Partiamo dalle definizioni

Intelligenza collettiva

Per Wikipedia
e' un particolare modo di funzionamento dell'intelligenza che supera tanto il pensiero di gruppo (e le relative tendenze al conformismo) quanto la cognizione individuale, permettendo a una comunita' di cooperare mantenendo prestazioni intellettuali affidabili. In questo senso, essa e' un metodo efficace di formazione del consenso e potrebbe essere considerata come oggetto di studio della sociologia.

George Pór ...ha definito questo fenomeno nel suo blog come "la capacita' di una comunita' umana di evolvere verso una capacita' superiore di risolvere problemi, di pensiero e di integrazione attraverso la collaborazione e l'innovazione".

Pierre Le'vy in una intervista fornisce la sua definizione
...l'intelligenza e' distribuita dovunque c'e' umanita', e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, puo' essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendola in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l'una con l'altra, scambiare il loro sapere, cooperare. Detto in modo assai generale, per grandi linee, e' questa in fondo l'intelligenza collettiva.

Wikinomics

Per Wikipedia
Secondo Tapscott e Williams la Wikinomics (traducibile con Wikinomia) si basa su quattro principi: apertura, peering, condivisione e azione di portata globale e puo' rappresentare un motore di innovazione e creazione di ricchezza su una scala mai raggiunta prima.

L'utilizzo di collaborazioni massicce per iniziative aziendali, nella storia recente, si puo` considerare come un passo ulteriore della tendenza delle aziende verso l' outsourcing: esternalizzare verso entita' produttive esterne delle funzioni che in precedenza venivano svolte all'interno dell'azienda. La novita' sta nel fatto che invece di un unico gruppo operativo organizzato aziendalmente per svolgere una sola ben determinata funzione, la collaborazione massiccia e diffusa si avvale di agenti individuali liberi che si riuniscono (in genere virtualmente) per cooperare al fine di migliorare una data operazione o per risolvere un problema. Per sottolineare questa differenza, questo genere di outsourcing viene anche chiamato crowdsourcing. Queste attivita' esterne possono essere incentivate da qualche tipo di compenso, ma questo non e' necessariamente presente.

Crowdsourcing

Il termine e' stato coniato da Jeff Howe nel giugno 2006 in un articolo della rivista Wired

Mi piace usare due definizioni per crowdsourcing:
The White Paper Version: il crowdsourcing e' l'atto di prendere un lavoro tradizionalmente svolto da un agente designato (di solito un dipendente) ed esternalizzarlo ad un indefinito, in genere grande gruppo di persone sotto forma di un invito aperto.

The Soundbyte Version: L'applicazione dei principi dell' Open Source in campi al di fuori del software.

Per wikipedia e'
un neologismo che definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non gia' organizzate in un team. Tale processo avviene attraverso degli strumenti web o comunque dei portali su internet.

Viste le definizioni, mi sono posto una domanda

Siamo sicuri che si tratti di fenomeni distinti?


La mia risposta e' stata NO

Da cui e' scaturita la seconda domanda

Perche' dare tre nomi diversi ad uno stesso fenomeno?

La prima risposta che mi sono dato, anche se non mi convinceva troppo e' stata...

Perche' si tratta di un fenomeno (l'intelligenza collettiva) a cui vengono aggiunti gli strumenti forniti dalle nuove tecnologie, anche se la base rimane la stessa....

Voi cosa ne pensate?

Si tratta dello stesso fenomeno o di fenomeni distinti?

C'era proprio bisogno di definizioni distinte?

A mio parere no, ma Voi cosa ne pensate?

Come sempre aspetto i Vostri Commenti e le Vostre Riflessioni.

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